SULL'ORATORIO DELLA BEATA VERGINE DELLA GAZZA A FIESSO DI CASTENASO
Nella chiesa parrocchiale di Fiesso di Castenaso è conservato un importante dipinto dell'artista tardogotico Pietro di Giovanni Lianori. Firmata e datata 1412, l'opera è dipinta a tempera su tela e costituisce un caposaldo per la ricostruzione critica del catalogo dell'artista bolognese. In origine si trovava nell'Oratorio dedicato alla Natività della Vergine, nei pressi del torrente Idice, sulla strada che da Fiesso conduce a Budrio, segnatamente nella via Prandogazza (località Case Bianche, a circa due km dalla chiesa). Pervenne alla sede attuale il 16 maggio 1948 quando il proprietario dell'Oratorio, signor Federico Mengoli, ne fece dono alla chiesa parrocchiale. Sulla tela, che raffigura la Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giovanni Evangelista e Caterina d'Alessandria, si legge "PETRUS JOANNES PINXIT: MCCCCXII"
Di seguito di riporta la trascrizione del contesto in cui si trovava l'Oratorio nel XVIII secolo, quando era circondato da pertinenze che sottolineavano una vivace attività agricola ed artigianale.
Bologna, Archivio di Stato, Ufficio del Registro, copie
degli Atti, vol. n. 676, 1760
p. 218 Inventario generale di tutti li beni ereditari,
mobili e immobili, semoventi, ragioni e azioni dello Stato et Eredità del fu
S.r Francesco Rota fatto da me infrascritto Gio. Antonio Nicoli come padre e
legittimo amministratore di Andrea Eligio Nicoli mio figlio infante erede
universale istituito dal detto fu Sig. Francesco [Rota] nel di lui testamento
fatto il dì 9 settembre 1748 pubblicato per Rogito del Notaio Gio. Rosini.
Mobili [...]Due quadretti del Gambarini rappresentanti uno
un suo figliuolo, e l’altro una sua figlia con cornici intagliate grezze, il
primo con la cima, il secondo senza L. 60
p. 218: Un luogo di terra arrativa, arborata, vidata, con
piantamento, e viti per la maggior parte vecchie, moreta, fruttifera, casaliva,
prativa, con casa per lavoratori, stalla, teggia, due portici laterali con un
camino da pigionante, tutti bisognosi di risarcimenti, ara, pozzo, forno,
polaro, cortile et altre sue adderenze [sic] e con di più un’altra casa in
cattivo stato sopra detto predio dietro la Strada di Budrio, qual luogo è posto
nel commune [sic] di Fiesso contà di Bologna, in loco detto la Gaggia di annue
semente corbe sei di frumento, confina a levante li beni de Ss.ri Fratelli
Zanoni in parte, e in parte lo stradello detto la Gaggia, a mezzodì l’altro
stradello detto il Prando [...]la maggior parte, e per il restante
l’eddifizio [sic] infrascritto ad uso di
fabbro e falegname, a Ponente il Fiume Idice in parte, et in parte li beni del
Molinazzo, mediante la via Pubblica, che và a Budrio a Settentrione la strada
detta la Gaggia terminando in una punta sopra della quale trovasi una capellina
dedicata alla Natività della B.a V.e et è di ragione del Predio sudetto [sic]
al quale si uniscono due botteghe ad uso di fabbro e falegname con loro
rispettive abitazioni, commode aderenze, e pertinenze, con camino annesso,
forno separato, polaro, porcile, pozzo con poco recinto di terreno intorno
quali edifizi confinano da due lati il detto luogo della Gaggia, il fiume
Idice, e lo stradello d.o il Predio e altri, qual Predio, et edifizi sono
affetti ad un’annua gravezza di lire cinquanta da pagare al Rev[erend]o Parroco
di Fiesso, per la celebrazione di una messa ogni sabato nella detta
Cappellina, e messe n. Sei nel giorno della Natività della B.a Vergine, con
obbligo di mantenere gli apparati sacri, e qualunque altra cosa occorrente per
la celebrazione delle Messe suddette, dal cui valore detraendosi il
capitale corrispondente all’adempimento delle accennate obbligazioni è stato
dal detto perito redatto il valore del detto Predio, et edifici a sole lire
cinque milla seicento sessantasei, soldi tredici, e denari quattro.
La devozione a questo Oratorio risaliva comunque a più di un secolo prima, quando in occasione della tragicamente nota pestilenza del 1630 i parrocchiani di Fiesso fecero il Voto di recarvisi processionalmente ogni anno, il 21 novembre, come atto penitenziale. Sembra che l'ultima volta che questo Voto sia stato ricordato risalga al 1930, per volontà dell'allora parroco di Fiesso Don Leonardo Morisi.
La devozione a questo Oratorio risaliva comunque a più di un secolo prima, quando in occasione della tragicamente nota pestilenza del 1630 i parrocchiani di Fiesso fecero il Voto di recarvisi processionalmente ogni anno, il 21 novembre, come atto penitenziale. Sembra che l'ultima volta che questo Voto sia stato ricordato risalga al 1930, per volontà dell'allora parroco di Fiesso Don Leonardo Morisi.
http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-di-giovanni-lianori_(Dizionario-Biografico)/
R. D'Amico in Il tramonto del Medioevo a Bologna. Il cantiere di San Petronio, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1987, a cura di R. D'Amico e R. Grandi, cat. 13, pp. 109-110)
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